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Il Maestro Michele Polizzi si impegnava a costruire un organo di sana pianta secondo gli ultimi sistemi liturgici, con la seguente disposizione fonica (come da contratto):

Principale di 8’, Unda Maris di 8’, Bordone di 8’, Viola di 8’, Ottava di 4’, Flauto di 4’, Salicetta di 2’, ripieno di due file, Bordone di 16’ ai pedali.

 

Queste denominanzioni tecniche fanno riferimento ai registri dell’organo, ovvero alle diverse sonorità che l’organista può attivare mediante appositi pomelli per modellare il suono finale a secondo delle timbriche che vuole ottenere. Elenca ancora il manoscritto, tra gli accessori e le caratteristiche dello strumento: pedaletti meccanici, pedaliera bassi di dodici note (do-si), staffa a pedale di espressione/granforte, il tutto racchiuso in una cassa espressiva in legno di abete lavorata semplice con cornice in testa, griglie in cristallo al prospetto per ottenere l’espressione (le gelosie di cui sopra parlavamo, funzionali a regolare il “volume del suono”).

 

La tastiera era di 54 note (do-fa), rivestita in osso con semitoni di ebano. Nel contratto è specificata pure la presenza dell’effetto tremulo. Pure le dimensioni dello strumento erano specificate: metri 4 di altezza, metri 2,25 di larghezza, metri 1,30 di profondità (segnata come spessore).

Secondo il contratto la consegna sarebbe avvenuta non più tardi del 15 maggio del 1920 con collocazione dell’organo in cantoria. Erano specificate nel contratto condizioni relative al trasporto e spese di viaggio, nonchè garanzie relative all’effettuazione dei lavori a regola d’arte ed ai materiali costruttivi.

Le cifre: il costo complessivo dell’organo, sempre secondo quanto specificato nel contratto, ammontava a lire ottomilaseicento (8.600). Specificati erano anche i pagamenti rateali che il Rev. Buttafuoco si impegnava a corrispondere al Polizzi fino a distanza di un anno dal collaudo e senza interessi.

Organo Polizzi Caltabellotta
Organo Polizzi Caltabellotta
Organo Polizzi Caltabellotta
Organo Polizzi Caltabellotta

LA LEGGE REGIONALE 44/85

in materia di Interventi per lo sviluppo delle attività musicali nella Regione Siciliana.

      Come è facile immaginare l’organo a canne costituisce un bene artistico prezioso che vede integrate le pregevoli opere di artisti con competenze diverse, da un lato quelle dell’organaro e dall’altro quelle di architetti e maestri artigiani, falegnami, ebanisti ed in epoca moderna anche ingegneri...

 

    La produzione eccelsa di questi artisti che esita nella realizzazione di strumenti davvero complessi, sia dal punto di vista tecnico che artistico, rende fattivamente oneroso qualsiasi intervento di restauro e manutenzione. Esiste la legge regionale 44/85 che ha dato un importante contributo per il recupero di una consistente parte del patrimonio organario Siciliano. Questa legge nasce infatti per lo svulippo delle attività musicali e ha previsto contributi consistenti per il restauro di strumenti antichi e d’interesse storico/artistico, come appunto ci ricorda il M° Bovelacci in alcuni suoi scritti.

      Lo stesso Maestro sottolinea inoltre che gli effetti positivi che tali contributi hanno prodotto sono apprezzabili sia in termini di recupero fattivo di strumenti storici altrimenti in degrado, sia in termini di incremento delle attività culturali/commerciali direttamente o indirettamente legate al restauro.

 

    Ciò si concretizza anche in una maggiore consapevolezza pubblica del patrimonio artistico, in un incremento delle attività legate ai concerti ed alle manifestazioni culturali nonchè ad incremento dell’indotto turistico legato alla realizzazione di eventi culturali musicali e rassegne organistiche di ampio interesse, fonte di richiamo per appassionati del settore.

          Quanto sopra, sottolinea sempre il Maestro Bovelacci, “è utile a far comprendere a politici, amministratori ed a quanti si occupano di beni culturali in genere che l’effetto moltiplicatore di ricchezza dei fondi destinati al recupero e restauro degli organi a canne tramite legge regionale 44/85 è veramente degno di grande considerazione e pertanto meritevole di essere maggiormente conosciuto, apprezzato ed adeguatamente sostenuto”.

Nelle foto accanto è mostrato l'interno della cassa armonica con particolari sulle canne in legno dei bassi e relative catenacciature / prolungamenti pneumatici, nonchè sul mantice.

    Il nostro organo attualmente versa in condizioni di parziale degrado strutturale, essendo presenti evidenti brecce nella cassa armonica, sia sui fianchi laterali che sulla sommità. Queste brecce, dovute a lesioni della componente lignea, talvolta estese, lasciano penetrare impurità e polveri all’interno della cassa che si sono accumulate nel tempo.

 Alcuni registri presentano evidenti difetti di intonazione, specie il Bordone 8’ al manuale e il Bordone 16’ alla pedaliera, che non ne consentono un utilizzo adeguato. Sono presenti alcuni difetti a carico della componente trasmissiva della pedaliera, per cui sono state messe a punto delle riparazioni utilizzando “rimedi casalinghi” come fil di ferro e nastro adesivo, al fine di consentire l’utilizzo dello strumento. Alcune delle canne metalliche più lunghe presentano anomalie e cedimenti.

   Alquanto recente da parte mia, e con profondo dispiacere, il riscontro di un’anomalia del riempimento del mantice, probabilmente dovuta a sfiato d’aria da qualche perdita nei condotti di riempimento o peggio nel mantice stesso, con il risultato evidente di un insufficiente apporto di aria ai somieri e quindi alle canne stesse. Questo tipo di anomalia purtroppo prelude ad un imminente silenzio completo dello strumento se non risolta (in parole semplici lo strumento soffre di una consistente riduzione della potenza).

   Sarebbe da verificare l’attacco della componente lignea da parte di parassiti. In ultimo l’elettroventilatore attualmente risulta tutt’altro che silenzioso, elemento che produce disturbo anche durante le celebrazioni liturgiche.

    Insomma lo strumento ancora oggi viene in parte utilizzato, sebbene con evidenti limitazioni, ma necessita di un’adeguata opera di manutenzione anche se sarebbe auspicabile un restauro completo. Purtroppo il tempo, l’assenza di interventi di manutenzione ed un accesso in cantoria non adeguatamente controllato hanno influito negativamente sullo stato della cassa lignea e sullo strumento stesso.

    Il mio appello è rivolto a tutti i Caltabellottesi ed all’amministrazione locale, nonchè a tutti i comitati per i festeggiamenti delle varie festività locali e alle diverse associazioni culturali: cari amici, necessita un impegno concreto e condiviso da parte di tutti noi, prima di tutto ideologico, finalizzato al restauro del nostro organo a canne. Non dobbiamo permettere che cada nel dimenticatoio un bene così prezioso, un pezzo di storia. Anche se ogni tanto lo sentiamo suonare durante alcune Celebrazioni il nostro organo manifesta chiaramente segnali di sofferenza strutturale e tecnica, tra stonature, cali di potenza e rumori di catenacciature poco lubrificate. Facciamo in modo da non renderci responsabili per inconsapevole omissione dell’ulteriore degrado di uno tra gli strumenti storici siciliani più belli del nostro secolo.

Bibliografia:

A. & A. Bovelacci, L'antica bottega organaria Polizzi-Bovelacci di Modica Alta, una testimonianza della continuità di una nobile tradizione, Editrice Nonsolografica, Ragusa, 2017

Alessandro Aiello

Caltabellotta, 13 maggio 2017

   

Organo Polizzi Caltabellotta

Nelle foto si notano brecce nella cassa armonica, "dediche" vandaliche e riparazioni "fai da te" per consentire l'utilizzo dello strumento

Organo Polizzi Caltabellotta
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